martedì 27 febbraio 2007

Gli italiani di Losa Angeles

Gli italiani in Los Angeles, che nel 1920 rappresentavano l’11% della popolazione italiana in California, in dieci anni (dal 1920 al 1930) hanno raddoppiato la loro presenza, da 9.650 a 16.851. Sono anni fervidi di attività commerciali, culturali ed associazionistiche. Sono infatti più di 2.000 i membri delle 27 sedi dei “Figli d’Italia”. A metà degli anni 1930 esce il secondo giornale in lingua italiana, “La Parola”. Ne è direttore l’avvocato Giovanni Falasca, già professore presso l’Università di Roma, che offre un nuovo stile di giornalismo.
La grande depressione economica del 1932 tocca anche la comunità italiana, che però trova un valido ammortizzatore nella impostazione familiare delle attività.
Sono dello stesso anno i giochi olimpici di Los Angeles ai quali molti italiani partecipano in diverse squadre.
Nel 1935 apre il Consolato Generale d’Italia (già Vice-Consolato di San Francisco) con il duca Alberto Caracciolo di San Vittore. E si apre il periodo di maggiore interesse dell’Italia fascista verso gli italiani all’estero: i doposcuola (47 in California); le scuole Giovanni Pascoli; i viaggi-premio in Italia; i riconoscimenti per l’apprendimento della lingua italiana. Questa massiccia propaganda fascista suscita anche reazioni e divisioni. Per cui, ad esempio, alla dott.ssa Angela Spadea, direttrice delle citate scuole, vennero negate le facilitazioni per l’insegnamento in San Pedro, Hollywood. “Scoundrel” (mascalzone) fu la sua laconica risposta inviata per posta celere al Ministro Conte Galeazzo Ciano.
L’associazione cattolica “Italian Catholic Federation” si propaga velocemente ed è molto attiva: riesce ad esempio a radunare 100.000 persone per una Messa all’aperto del vescovo di Los Angeles, arcivescovo G. Contwell. Nel 1937 dal Papa essa viene incoraggiata a “distruggere il comunismo”.
La seconda guerra mondiale, 1942, pone gli italiani dalla parte dei nemici: dai quarantenni in su devono registrarsi (con impronte digitali) presso la polizia; ci sono inoltre limitazioni in attività e movimenti, diversi internamenti, ecc.
Finita la guerra, la comunità riprende la sua vita ma in modo sparso. Soltanto il gruppo di Ischia e di Sicilia a San Pedro (oltre 3.000 membri) mantiene le caratteristiche di “piccola Italia”.
Come a San Francisco dopo gli anni di pastorale pionieristica condotta da sacerdoti secolari subentrarono poi i salesiani, tuttora rettori della “parrocchia italiana” dei Santi Pietro e Paolo, così in Los Angeles nel 1960 la pastorale etnica italiana presso la Chiesa di S. Pietro viene assunta definitivamente fino ad oggi dai Padri Scalabriniani.
Per l’esattezza dal 1904 ai giorni nostri i sacerdoti rettori o parroci della Chiesa italiana sono stati diocesani i primi (1904-1923), salesiani poi (1923-1930), quindi clarettiani (1932-1960) e dal 1960 scalabriniani.
P. Luigi Donanzan è stato il secondo parroco scalabriniano (primo Rev. Giuseppe Chimiello, 1961-62), che dal 1962 al 1978 dà nuovo vigore alla comunità italiana: programma radio “Ora italiana” (1963); acquisto del citato periodico “L’Italo-Americano” (fondato nel 1908); viaggi in Italia, costruzione della “Casa italiana” (1972 con il motto “Ars, Ratio, Religio”) e della Casa di riposo “Villa Scalabrini” (1979), quest’ultima con il valido aiuto anche di Frank Sinatra (che dona $ 500.000).
L’attività sacramentale in 75 anni (1904-1979) viene così riassunta da p. Donanzon: 8.650 battesimi, 3.190 matrimoni, 4.470 funerali (compresi quelli della Chiesa dell’Immacolata, che dal 1908 al 1917 ha condiviso con San Pietro l’assistenza pastorale agli italiani). Oggi c’è una media di 60 battesimi, 60 matrimoni, 100 funerali e 20.000 comunioni ogni anno (“The Italian in Los Angeles”, 1979, pag. 40).
La facile mobilità ha però disperso gli italiani in tutta la megalopoli e la chiesa di S. Pietro è ora un’isola italiana in ambiente piuttosto asiatico.

In conclusione
Nella grande Los Angeles gli italiani già con i primi insediamenti, allora concentrati, hanno avuto modo di inserirsi ben presto ed attivamente, anzi di crescere nel tessuto della fervida e vivace società locale. La successiva dispersione ha trovato il necessario riferimento nelle istituzioni civili italiane ed un utile sostegno religioso e morale nella parrocchia italiana.
Le grandi distanze e la convivenza di molti gruppi etnici (“China Town” e villaggio creolo sono accanto alla Chiesa italiana) danno alla pastorale etnica italiana un particolare carattere di interetnicità.

Nessun commento: