martedì 20 febbraio 2007

Saint Luka

L’appuntamento è per le ore 9.00. La comunità italiana che abita nel territorio della parrocchia cattolica di san Luca celebra la sua messa domenicale. Un gruppo di circa 200 persone si prepara recitando alcune devozioni in lingua italiana, il rosario e le litanie. Sembra una comunità ben organizzata: organista, lettori, ministri straordinari dell’eucaristia e gli ostieri che sono uomini vestiti con una giacca tipo divisa e relativa targhetta identificativa del proprio nome, che pensano all’accoglienza, distribuzione del foglio per partecipare alla messa, presiedere perché ogni cosa si svolga in ordine. Cisono anche un piccolo coro di voci femminili e gli addetti alla raccolta della colletta: molte persone hanno una funzione ben precisa.
Mi introduce padre René, giovane padre scalabriniano che da cinque anni vive nella comunità di New York per motivi di studio e che svolge, alla fine settimana, il servizio pastorale presso due parrocchie. Responsabile di ogni cosa che si muove in parrocchia è il Pastor, Mons. John Tosi di origini italiane: il papà piemontese di Novara e la mamma della Basilicata. Qualche parola italica la dice e, soprattutto, ha una buona stima della componente italiana e sostiene le iniziative che le associazioni ed il sacerdote italiano propongono e gestiscono.
In questa comunità è molto importante il comitato che gestisce la processione del venerdi santo, un importante appuntamento per tutta la parrocchia che sa coinvolgere ogni persona. In questa occasione l’organizzazione tradizionale è ricca di risvolti ed esigenze e non sempre risulta agevole dare importanza al contenuto religioso e pastorale quando la “macchina” organizzativa prende il sopravvento.
La risposta liturgica è corale, i canti, anche se tradizionali e datati, sono partecipati da tutti con inevitabili “arrangiamenti” orecchiati che rivelano cadenze popolari antiche.
La cerimonia procede con ordine e secondo cerimoniali ben collaudati. Si comunica l’attenzione della Chiesa italiana per gli emigranti nel mondo, si spiega le iniziative in corso e le prospettive che si possono condividere insieme.
Alla fine della messa ci si incontra e ci si saluta calorosamente. La domanda “allora venite dall’Italia?” è la più ascoltata perché c’è sempre un gran piacere ad accogliere ed incontrare qualcuno che parla “italiano” speditamente e con l’accento originale.
Buona gente, famiglie, persone piuttosto su di età con qualche nipote al seguito. Una comunità che sa continuare la propria organizzazione e, bene inseriti nel contesto, cerca di essere protagonista del tempo presente e del futuro.

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