venerdì 23 febbraio 2007

Las Vegas è la città per eccellenza degli spettacoli di ogni tipo. Ma soprattutto è il "paradiso” per gli spettacoli circensi con uno sfavillio infinito in questa città che è un unico luna park megalittico e strabiliante.
Il Signor Tihani, alias Franz Czeisler, un ungherese patron del circo più grande del Messico e residente con suo figlio in Las Vegas, ci dice che a Las Vegas ci sono cinque “soleil” ed un solo circo.
La tradizione del canadese Cirque du Soleil di Montreal ha una presenza imponente in Las Vegas e presenta, in contemporanea, almeno 5 spettacoli che coinvolgono cadauno lo sforzo e la professionalità di almeno 500 persone.
In questo mondo circense ci accompagnano due giovani famiglie, Maurillo e Hones, che hanno lavorato per diversi anni con la famiglia del circo Medrano e che hanno mantenuto legami molti familiari con mons. Saviola direttore generale di Migrantes.
Il signor Tihani, Alan e Vinicio insieme alle rispettive mogli Veronica e Jannette e alle tre figlie, ci hanno assicurato un’accoglienza fantastica e autentica.
Abbiamo assistito ad uno spettacolo del Cirque du Soleil: “O” .
Una contrazione della parola francese eau, acqua. Un fantasmagorico susseguirsi di luci, figure, scene, acrobazie dove l’acqua è l’elemento fondante di suggestioni, quadri, immagini, suoni e colori: semplicemente eccezionale, du jamais vu.
Lo spettacolo “O”, scritto e diretto da Franco Dragone, gran patron del Cirque du Soleil, con Gilles Ste-Croix come direttore artistico, vuol essere un omaggio al teatro e alla sua maniera di rappresentare ogni storia che coinvolge l’uomo.
Storie di grande o piccola importanza, storie di vita o di morte, storia di persone, uomini, donne, bambini, spiriti fantastici, animali, mostri, creature immaginarie, fate. Allegorie di bene e di male che si mischiano, rilanciano, esaltano, stupiscono, coinvolgono in un susseguirsi di scene straordinarie e di grand’effetto.
Una delle presenze artistiche italiane di rilievo è stato il clown Onofrio Colucci con quattro interventi magistrali cadenzati nello spettacolo.
Alcune risonanze dello spettacolo sono scritte nel fascicolo illustrativo di “O”.

“Viaggia pure lontano fin quanto ti basta, amico mio,
e scoprirai qualcosa di molto bello: te stesso”

“O”, si dice che il mondo sia come un palcoscenico dove i mortali si pavoneggiano e si divertono fino all’ultima ora del giorno, fino alla chiusura del sipario.

“O”, cantare con tutto il mio cuore, accarezzarti con tutta la mia anima e la mia arte, abbracciarti nella mia controfigura,
fino al tuo ritorno.

“O”, il vento del cambiamento soffia, ma in quale direzione non oso chiederlo: chi lo sa?
Giro e vado, lo scoprirò quando sarò là.

“O”, il fuoco che consuma tutto, come il desiderio, esaltandosi, alzandosi sempre più in alto, finché il vento lo spenga.

“O”, il cerchio
“O”, il cielo
“O”, la vita, un canto per te
“O”, acqua di vita
Io prego, “O”, trascinami via.

Travel far enough away, my irend, and you’ll discover smoething of great beauty : your self.

O, the world’s a stage they say upon which mortals strut and play until the final hout of day until the curtain calls.

O. to sing with all my soul, my art embrace you as my counterpart until you turn away o

O, the wind of change doth blow in which direction, who can know
I dare not ask, I turn and go
I’ll find out when I get there

O, the all-consuming fire
Licking, lapping like desire
Exalting, rising ever higher
Until the wind blows in
O

O the circle, o the cycle
Ô la vie, an ode to thee
O water of life
Please carry me
O

To the scores of silent alchemists
Who wreak their joy in darkness and in light
Bringing magic to life
We bow most humbly.

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