domenica 25 febbraio 2007

I.A.C di Pacifica




L’Italian American Center di Pacifica (California) e' il Centro Italo-Americano (IAC) di Pacifica, città sull’Oceano Pacifico, contigua a San Francisco, nella contea di San Matteo. Il suo avvio è stato fuori di ogni programmazione, sia della chiesa locale sia di quella italiana. Ma il suo sviluppo si è rivelato poi provvidenziale.
Si deve infatti, questo Centro, alla personale iniziativa di un sacerdote di Lucca, don Bruno Peschiera, il quale, d’intesa con il suo Vescovo Mons. G. Agresti, si porta nel 1978 in California presso parenti con il proposito di studiare se e come fosse utile il suo servizio sacerdotale in questa zona. Da un primo incontro con un gruppo di italiani il 17 febbario 1979 matura l’idea, che viene immediatamente attuata, di aprire un luogo di riferimento per l’assistenza necessaria più diversa agli italiani e particolarmente per la loro formazione religiosa. Gli inizi furono un modesto appartamento privato in San Francisco e la successiva crescita nella attuale ben più ampia ed adatta sede in Pacifica (novembre 1982).
Lo scopo di aiutare le famiglie americane di origine italiana a coltivare il loro retaggio religioso e culturale per un proficuo servizio alla società e alla chiesa locale si è concretizzato in attività specifiche estese a tutta l’area della Baia di San Francisco. Una pubblicazione mensile - “I.A.C. Bulletin” - ha provveduto fin dal 1979 a mantenere contatti ed a fornire informazioni.
Autorizzazioni ed attività
Il primo pensiero è stato quello di un possibile doppione con la radicata presenza salesiana. Ma il carattere della nuova iniziativa era diverso e complementare. Essa intendeva infatti raggiungere e collegare i dispersi e lontani raramente e difficilmente raggiungibili da una pastorale localizzata. Di sua natura, infatti, il Centro ha il carattere di assistenza volante che collega poi con le realtà locali.
Né il Centro poteva - tanto meno voleva - agire… in clandestinità. Infatti i contatti aperti con l’Arcivescovo Mons. John Quinn sono stati immediati ed aperti. Essi hanno poi portato al riconoscimento ufficiale con la lettera della Curia in data 10 marzo 1980 nella quale viene espressamente detto: “ il suo lavoro di ristabilire i legami culturali e religiosi tra l’Arcidiocesi di Lucca e gli emigrati da Lucca residenti in California è stato accettato dall’Arcivescovo”.
Visite e riconoscimenti erano già venuti dalla Chiesa italiana con l’ufficiale inserimento del sacerdote don Bruno Peschiera nell’elenco dei missionari di emigrazione (rescritto della Conferenza Episcopale Italiana del novembre 1978) e in seguito, 6 maggio 1985, con la visita del Presidente della Commissione Ecclesiale per le Migrazioni Italiane, l’Arcivescovo di Catanzaro Mons. Antonio Cantisani, accompagnato dal Direttore dell’Ufficio operativo mons. Silvano Ridolfi ed ancora prima con la visita dell’Arcivescovo di Lucca Mons. Giuliano Agresti il 19 settembre 1980, seguita da quella di diversi altri parroci da Lucca e da altre località. Tutti furono accolti dallo I.A.C. ed i Vescovi in visita ebbero sempre contatti con la Curia locale che si espresse in senso positivo. Particolarmente significativa ed importante è rimasta la visita del Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo e Vice-Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il 29-30 luglio 1989. Egli incontrò il direttivo I.A.C., celebrò per gli italiani nella cappella del Centro e nella Chiesa italiana dei SS. Pietro e Paolo, benedisse la cappella dei pescatori in Fishermanword ed ovviamente ebbe contatti e si intrattenne con l’Arcivescovo Quinn. Questa visita era stata preparata in una precedente rapida sosta in San Francisco dal Direttore Migrantes per l’estero Mons. Silvano Ridolfi il 28 marzo ed è stata seguita da una visita allo I.A.C. da parte dell’Arcivescovo J. Quinn il 17 agosto, durante la quale egli manifestò tra l’altro la propria soddisfazione per il successo della visita del Card. Pappalardo. Va anche detto che il medesimo Arcivescovo aveva già affidato nel 1985 a don B. Peschiera l’incarico della assistenza agli italiani in San Francisco con riconoscenza perché prestava aiuto alla parrocchia territoriale dell’Epifania.
Anche mons. Luigi Petris, Direttore Generale della Migrantes dal 1997, è stato successivamente più volte in San Francisco e Pacifica, ospite di don Peschiera e dello I.A.C.. Dal 2.07.1981 lo I.A.C. è anche membro dell’UCEMI (Unione Cristiana Enti tra e per i Migranti Italiani), organismo collegato alla Migrantes, particolarmente impegnato nelle attività socio-politiche ed il cui presidente dr. Adriano Degano venne per contatti in Pacifica nel 1997. Lo I.A.C. ha anche partecipato sia ai preparativi sia alla celebrazione della II Conferenza Nazionale degli Italiani all’Estero nel 1988.
Le prospettive
Tanta attenzione è giustificata dalla azione e finalità dello I.A.C., che vuole essere un riferimento pastorale per Italiani, gli ultimi arrivati e le precedenti generazioni sparsi nella Baia di San Francisco. E difatti don Peschiera ha iniziato con la conoscenza personale degli italiani, visitandoli a casa loro, andando a trovare gli ammalati, facendo piccole riunioni presso le famiglie o nel suo modesto appartamento in San Francisco.
Nel 1982 è venuta l’opportunità di una sede più ampia ed adeguata in Pacifica ove celebrare mensilmente la messa domenicale per gli Italiani disponibili e tenere le riunioni di formazione religiosa. Allo scopo l’Arcivescovo ha dato la qualifica di “oratorio” alla cappella del Centro. Molte attività mantengono forzatamente la caratteristica della itineranza, ognuna al suo posto e nel suo tempo: festa di S. Gemma Galgani nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo in maggio; festa di Santa Croce in settembre a Loomis Roseville; la celebrazione di Natale e Pasqua con un pranzo comunitario in sede; la celebrazione del mese di novembre dedicato alle Anime del Purgatorio; la festa di Santa Zita, patrona delle collaboratrici domestiche, con la benedizione dei fiori in aprile; la giornata del padre in giugno e quella della madre in maggio a sostegno ed esaltazione della famiglia; la festa della Eucaristia la prima Domenica di giugno. Né mancano pellegrinaggi e gite per la devozione, la vita sociale e la cultura.
Il coordinamento e l’animazione sono certamente di don Bruno Peschiera, ma programmazione ed attuazione sono affidati al Comitato direttivo che si riunisce periodicamente sotto la guida del suo presidente. Il primo dei quali fu Graziano Marchini (1979-1985) cui seguirono Marcella Marchini, Reina Molinari, Carla Acquisti, Anna Capurro.
I 25 primi anni di vita dello I.A.C. sono stati spesi bene e interamente. Giustificatamente il 22 febbraio è stato un giorno di festa per il “giubileo d’argento” del Centro. È stata una domenica di confermati riconoscimenti, di felicitazioni e di auguri da parte di Autorità religiose italiane e locali, da parte dei Confratelli italiani e locali. La Migrantes era rappresentata da Mons. Silvano Ridolfi.
Gli auguri per il “giubileo d’oro” tra 23 anni sono spontanei e sinceri. Ma proprio in questa prospettiva si impone un momento di seria riflessione interna allo I.A.C. ed esterna nei suoi rapporti (Chiesa italiana e Chiesa locale) per vedere come e con quali forze vada impostato il lavoro futuro perché ci sia novità nella continuità.

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