giovedì 22 febbraio 2007

Las Vegas

Quando si parla di Las Vegas si muovono mille immagini e considerazioni accumulatesi nel nostro immaginario da immagini recepite d innumerevoli servizi televisivi.
Case da gioco, hotels da sfarzo esagerato, mega spettacoli, sale immense addobbate da cotillons e luci per incontri sportivi mondiali, sono tutti elementi dell’immaginario collettivo che circonda questa città nata dal niente, in mezzo al deserto per iniziativa eccentrica di un plurimiliardario che in qualche modo doveva investire l’immensa ricchezza accumulata con metodi non sempre ortodossi.
La costruzione dell’immensa diga Boulder Dam terminata nel 1935 che ingabbiò il fiume Colorado finì per assicurare le risorse idriche ai sette stati attraversati dal fiume lungo 2.300 km e per risolvere definitivamente il problema delle inondazioni.
5.000 uomini erano impiegati nella ciclopica impresa e al fine settimana si riversavano in questa città del fondo valle incrementando cantine, commercio illegale di alcolici, scommesse, prostituzione e gioco d’azzardo.
Si aggiunse un’immensa caserma a 15 km di downtown dove si esercitavano gli artiglieri aerei che parteciparono alla seconda guerra mondiale. La fortuna attuale di Las Vegas la si deve a Thomas Hill un albergatore originario di Los Angeles che costruì il primo albergo-casinò El Rancho Vegas lungo la statale che poi sarà chiamata las Vegas Boulevard, l’attuale Strip.
Si aggiunse l’attrazione delle star di Hollywood che iniziarono a frequentare Las Vegas per i divertimenti, subito ampliati dalla stampa e dalla comunicazione. Non mancarono i gansgter che gestivano ogni impresa economica legata al divertimento e così Benjamin ‘Bugsy’ Siegel ed il socio Lansky Meyer sognarono alla grande e ultimarono la costruzione del Flamingo che divenne il modello per ogni altra costruzione di hotel-casinò sfarzosi e attraenti.
La città si colloca in una grande spianata circondata dalle montagne. Arrivando con l’aereo si nota che non è certo priva di inquinamento nella parte centrale attorno allo strip e a downtown. Tuttavia colpisce il grande sviluppo circolare attorno al centro dello spettacolo fatto di casette e immobili vari: è la vera citta che è cresciuta in modo ordinato, con un’organizzazione ben studiata e che assicura una qualità di vita interessante a coloro che vivono e risiedono in Las Vegas.
Con i sobborghi periferici e le città satelliti Las Vegas conta, oggi, 2.500.000 abitanti. Quasi il triplo di 10 anni fa. Il rapporto tra visitatori e residenti è di 20 a uno, per cui i turisti non conoscono nulla di questa popolazione che vive in Las Vegas.
E’ una città giovane con una media tra i 25 ai 35 anni, dove, la stragrande maggioranza della popolazione non è nata in Nevada e moltissimi vi si sono stabiliti solo negli ultimi 5 anni.
Sono un poco più le donne degli uomini ma in equilibrio. Il 60% è di razza bianca. Un quarto latino-americano. Gli afro-americani sono un decimo della popolazione e gli asiatici attorno al 7%. Gli americani nativi del posto son meno del 1%.
Non c’è dubbio che la vita a Las Vegas è più che frenetica e sfavillante, tra un misto di curiosità, trasgressione, divertimento all’estremo e voglia di un tempo diverso dal solito dove l’elemento che soggiace a tutto è solo e sempre il denaro. Tutto si regge sul denaro ed in funzione del denaro: sogni, immaginario, sfide.
“Ciò che accade a Las Vegas rimane a Las Vegas” è il detto che qualifica l’aspetto “finto” e artificiale che caratterizza questa situazione paradossale. Di certo è la roccaforte degli week-end sfrenati.
Attorno a tutto questo c’è la popolazione che ci lavora e permette di alimentare e tenere ben oleato questo immenso giocattolo. Ci è capitato di incontrare diverse famiglie italiane che qui si sono installate e ci vivono. C’è una buona componente di persone italiane legate al mondo del circo e dei luna park che una volta terminata la vita nomade circense ha costruito la propria famiglia a las Vegas trovandovi lavoro e soddisfazione per sé e per i propri figli.
Una famiglia guadagna attorno ai 50.000 $ l’anno, grazie ai buoni stipendi e alle generose mance che è costume lasciare. Più della metà delle coppie sono sposate. Le nascite sono il doppio rispetto ai morti. L’organizzazione sociale, scolastica, l’assistenza sanitaria e previdenziale presenta uno standard di buona qualità. I residenti vivono soprattutto nella zona di Handerson e altri sobborghi esterni, lasciando il frenetico vortice turistico attorno a Dowtown o sullo Strip
Non è tutto roseo, si capisce, perché esiste una frangia, non piccola, di gente “bruciata” da questo giocattolo che vive una marginalità umana e sociale attorno a Fremont street experience o a sud Naked City.Spesso Las Vegas viene definita la città del peccato ma con sorpresa qui si contano 600 luoghi di culto metropolitano.

Nessun commento: